I periodi estivi del paese sono vivacizzati da sagre, feste Patronali, eventi sportivi e culturali.
L’evento peculiare del paese è legato alla festa Patronale di san Pancrazio quando l’11 e 12 maggio di ogni anno si celebra l’arzata e la rancata dell’albero maggio, palo di legno altro circa 20 metri la cui tradizione, legata ai culti arborei, si rinnova, preceduta da una storica sfilata, con lo stesso metodo, dal 1650.
La festa si svolge in due giorni: nel pomeriggio dell’11 maggio il Corteo Storico e i Musici di Castel Giorgio accompagnano l'albero della cuccagna trainato dai buoi per le vie del paese. Una volta che il corteo è giunto di fronte al Palazzo Vescovile iniziano le operazioni per la fase successiva, l'"arzata". L'albero viene issato con forche e funi dai maggiajoli fino a raggiungere la posizione verticale, accompagnato dal suono della Banda e da un rinfresco finale. Il giorno seguente, rigorosamente dopo che la processione religiosa in onore del Santo è rientrata in Chiesa, l'albero viene sfidato da una squadra di uomini che dopo la scrupolosa conta, si mettono in fila e provano a "rancare" cioè a salire con la forza delle braccia e delle gambe fino alla cima. Chi per primo raggiunge gli omaggi posti in cima si aggiudica la gara e una ricompensa in denaro.
La “festa del Maggio” esisteva a Castel Giorgio fin già da qualche anno prima del come risulta da documentazione di archivio. Il Bando documentale disponeva che il “solito Magio” doveva essere piantato solo dopo l’arrivo della processione e solo dopo che il “Signore”[figura che sarà sostituita dall’attuale Festarolo del Maggio] dei Bifolci [agricoltori del contado] aveva portato il solito Cero in Chiesa.
Si trattava allora probabilmente di un palo di modeste e ridotte dimensioni rispetto a quello attuale che non prevedeva la “rancata”, come oggi, ma intorno al quale si svolgevano giochi, canti, balli e pasti. Nel contesto del periodo napoleonico e con il cambiamento della nuova borghesia agraria, anche la festa del Maggio cambia e si trasforma probabilmente in quella attuale.
La festa viene così dislocata su due giorni proprio perché l’albero Maggio assume ben altre dimensioni e grandezza: una pianta gigante di circa una ventina di metri che per essere piantata – o meglio a questo punto “arzata” – ha bisogno di un preordinato e collaudato rituale oltre che di attrezzi adeguati.